La straordinaria potenzialità archeologica dell’area del Capo Boeo, dovuta alle vicende storiche della città di Marsala e all’evoluzione del suo impianto urbano, è evidente per la presenza di importanti rinvenimenti archeologici, effettuati a partire dalla fine dell’Ottocento, che testimoniano lo splendore della città antica.
L’interesse degli studiosi di archeologia e degli Istituti pubblici competenti nei confronti dell’area iniziò alla fine dell’Ottocento con una serie di scoperte occasionali avvenute durante l’impianto del sistema viario “a tridente” da Porta Nuova verso il mare (Viale Nazario Sauro, Viale Vittorio Veneto, Viale Piave) e grazie alle ricerche del Regio Ispettore delle Antichità di allora, Salvatore Struppa. Le prime campagne di scavi furono condotte da Saverio Cavallari (1883) e da Antonino Salinas (1894-1895; 1903), il quale scoprì un tratto di fortificazione ad andamento leggermente ricurvo, parallelo alla linea di costa, da Viale Vittorio Veneto verso Capo Boeo. Dopo la pubblicazione dei risultati di queste prime indagini da parte di Ettore Gabrici (1941), nuovi scavi, condotti da J. Marconi Bovio nel 1939 in seguito alla scoperta di un mosaico durante la costruzione dello stadio comunale, portarono al rinvenimento di una grande domus romana che occupava un’intera Insula dell’abitato lilibetano. La stessa archeologa, nel 1954, scopriva un’altra domus con mosaici nell’area dove poi sarebbe sorto il Cinema Impero. Altre campagne di scavo condotte dall’allora Soprintendenza archeologica delle provincie di Palermo e Trapani, prima da Anna Maria Bisi (1965- 1966: Insula II) e poi da Carmela Angela Di Stefano (1972: Insula I; 1988: Insula III), portarono alla luce testimonianze di rilevante interesse per la conoscenza della città di Lilibeo punica e romana nell’area del Boeo, mentre nell’abitato moderno di Marsala, nella fase di espansione edilizia degli anni Settanta-Ottanta, emergevano significativi “frammenti” della città antica, con le sue case (via Sibilla 1972, 1976: via delle Ninfe, 1984), le mura di fortificazione (Porta Trapani Galleria Mortillaro, 1972; Via G. Amendola, 1976, 1984; Via E. Alagna, 1971; via Lungomare Boeo, 1980), le necropoli punico-romane (via del Fante, 1974; via Struppa, 1984) e i sepolcreti cristiani, noti sin dalle prime esplorazioni di Antonino Salinas (1886) e dagli studi di Fǘhrer-Scultze (1907). Nell’area del Boeo la scoperta più rilevante degli ultimi anni (1999, 2002, 2003, 2004, 2008, 2010-2011) effettuata dalla Soprintendenza BB. CC. AA. di Trapani riguarda il Decumanus maximus, la strada principale dell’impianto urbano di epoca romana, con sovrapposizioni tardo-antiche e bizantine di uso funerario (tombe dipinte, piccola basilica), di cui è stato portato alla luce un tratto lungo m. 110 e ampio m. 9.50, compresi i marciapiedi. Inoltre, nel corso degli ultimi scavi condotti nel 2008 nell’ambito del POR SICILIA, e nel 2010- 2011 grazie ai finanziamenti del Comune di Marsala, sono state scoperte notevoli testimonianze archeologiche quali, un poderoso tratto della linea delle fortificazioni costiere, con un accesso monumentale alla città dal porto; un edificio termale pubblico costruito nel III sec. d.C. sulle fortificazioni cadute in disuso e infine un complesso cultuale dedicato alla dea Iside.