La tomba dipinta di Crispia Salvia costituisce il più importante monumento della necropoli e al momento anche l’unico per la straordinaria ricchezza della decorazione pittorica e le sue particolari caratteristiche. Trattasi di una grande camera funeraria ipogea, di forma trapezoidale, cui si accede da un ripido dromos a gradini. Nelle pareti della camera sono scavate sei deposizioni, quattro con casse rettangolari entro nicchie e due ad arcosolio. Il piano pavimentale è costituito da uno strato friabile di malta e presenta al centro un rialzo dove era collocato un piccolo altare per le libagioni in onore dei defunti, rito testimoniato anche dalla presenza, ai piedi delle tombe a cassa, di piccole cavità circolari, protette da coperchi fittili in cui venivano versati i liquidi. La decorazione pittorica è costituita da una fascia perimetrale di colore rosso sulla faccia esterna delle sepolture, e sulle pareti da una serie di scene figurate, a soggetto funerario, in una vivace policromia sul fondo bianco-azzurro dell’intonaco. La tomba dalla quale l’ipogeo deriva la denominazione, collocata di fronte alla porta d’ingresso, era destinata a Crispia Salvia, come testimonia l’iscrizione latina (II sec. d.C.), incisa prima della cottura su una lastra fittile affissa alla parete di fondo. Nell’iscrizione Iulius Demetrius ricordala moglie morta a circa quarantacinque anni di età, con la quale era vissuto per quindici anni libenti animo. La decorazione pittorica dell’ipogeo è stata realizzata in fasi diverse, presumibilmente nell’arco di due secoli (II- III sec. d.C.)