Di questo bellissimo affresco paleocristiano rimane purtroppo soltanto la documentazione pittorica, fatta eseguire ad acquarello da Antonino Salinas dal pittore Tabuscio nel 1886.

L’affresco decorava la parete di fondo di un arcosolio nelle Latomie dei Padri Niccolini (Agostiniani Scalzi della Chiesa e Convento di Santa Maria Odigitria), distrutto come tanti altri in seguito alla costruzione del nuovo cimitero tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.

Il soggetto principale è la figura di Gesù nelle vesti del Buon Pastore, che reca un agnello sulle spalle, la “pecorella smarrita”, ed è attorniato da due pecore, una pascente e l’altra con il muso rivolto verso di lui e da una serie di elementi decorativi di significato simbolico ed escatologico. In alto a sinistra, il tralcio di vite con il grappolo d’uva, simbolo di Cristo e dei credenti, sul lato opposto il ramo d’ulivo, pegno della pace nella vita eterna, e la conchiglia ieratica, al di sotto il bacino lustrale con le colombe che si dissetano, simbolo delle anime che trovano refrigerio; in basso a sinistra le rose, pegno della primavera eterna che è la vita nell’aldilà, e a destra un ramo di melograno con tre frutti, simbolo, derivato dall’iconografia punica, che rappresenta la speranza nell’immortalità.

Lo stile della raffigurazione e l’insieme dei motivi simbolici consentono di attribuire l’affresco alla pittura cristiana della prima metà del IV secolo, di cui rappresenta un documento di eccezionale valore.