Nel piano cantinato di un’abitazione si conservano importanti testimonianze archeologiche di un’insula romana (II –I sec. a.C.) rinvenuta nel 1975-76. La domus era caratterizzata da ampi vani pavimentati sia con mosaico a tessere bianche, sia in tessellato a scaglie in pietra bianca di Trapani e marmi policromi, irregolari e di varie dimensioni (opus scutulatum). In questa pavimentazione era inserito un elegante pannello in opus sectile, formato da rombi di marmo rosa delimitati da listelli di marmo bianco e nero, realizzato probabilmente in seguito ad un restauro. I pavimenti, per problemi di conservazione, furono in parte asportati, e di essi solo un frammento in opus scutulatum è esposto nel Museo “Baglio Anselmi”. Due colonne a base modanata, stuccate e dipinte in rosso e blu, attestano la presenza di un peristilio; sono stati individuati anche alcuni vani di servizio. La fase punica (III sec. a. C.) è documentata da un ambiente con piano battuto e strutture murarie a telaio, servito da una canalizzazione sotterranea, rinvenuto sotto il livello dei pavimenti a mosaico. L’ultima fase di vita dell’area è caratterizzata dall’impianto, sopra la domus ormai abbandonata, di un sepolcreto databile presumibilmente al tardo antico (V-VI sec. d. C.). Si tratta di sei tombe a lastroni di tufo e tre tombe a fossa, rinvenute con la copertura ma prive di corredo.