Sembra opportuno ricordare le tappe propedeutiche all’istituzione del Parco archeologico in questione.
Nel maggio del 2003 le due strade comunali (viali Vittorio Veneto e Nazario Sauro) che attraversano diagonalmente l’area vennero acquisite al Demanio regionale grazie ad un Protocollo d’intesa fra l’Assessorato alla Presidenza, il Comune di Marsala e la Soprintendenza BB.CC.AA. di Trapani, per rendere unitaria la zona archeologica ai fini della sua tutela e fruizione.
Il secondo importante intervento ha riguardato la realizzazione della recinzione che ha reso ipso facto unitaria l’area del Capo Boeo (Lavori di recinzione della zona archeologica di Capo Boeo in Marsala, 2003-2004).
Tra il 2004 e il 2006 venivano poi realizzati, sempre con fondi dell’Assessorato alla Presidenza, due importanti progetti, complementari nelle finalità e nei lavori, per il restauro e la valorizzazione della chiesa di San Giovanni con la sottostante cripta, la c.d. “Grotta della Sibilla”: l’uno denominato: “Progetto di sistemazione esterna dell’area archeologica di pertinenza della chiesa di S. Giovanni Battista e restauro delle decorazioni parietali e del pavimento musivo della grotta della Sibilla lilibetana”, l’altro:“Progetto di sistemazione esterna dell’area archeologica di pertinenza della chiesa di S. Giovanni Battista nel parco archeologico di Lilibeo”.
Ma è stato infine il Progetto Lavori per la realizzazione delle opere per la valorizzazione dell’area archeologica di Capo Boeo, Marsala, appena completato (2012) ed ormai in fase di consegna, a consentire la riqualificazione dell’area archeologica nella sua interezza, realizzando percorsi di visita tra i diversi monumenti, illuminati, corredati da segnaletica turistica, pannelli didattici, strumenti multimediali che non appena attivati renderanno la visita ancora più suggestiva.
Quindi oggi, all’interno dell’area demaniale del Capo Boeo, è possibile visitare rilevanti monumenti, che sono in parte rimessi in luce e valorizzati, in parte in corso di scavo: le Fortificazioni nord-occidentali e nord-orientali della città romana; alcuni isolati (Insulae)con grandi case (domus), dotate di terme private e abbellite da mosaici figurati; il Tempio dedicato alla dea Iside; la Plateia Aelia, le Terme pubbliche; gli ambienti ipogeici della c.d. “Grotta della Sibilla” e l’area archeologica presso la Chiesa di San Giovanni al Boeo dove è stata rinvenuta la statua di Venere Callipige.
Nell’area del Capo Boeo sono inoltre compresi importanti edifici storici acquisiti al demanio: il Museo Archeologico “Baglio Anselmi” e il Baglio Tumbarello che diventerà a breve parte integrante del percorso di visita come un Museo narrativo e multimediale, “Le stanze del tempo”, la citata Chiesa di San Giovanni al Boeo e il Cinema Impero con i pregevoli mosaici.
Il Museo Archeologico “Baglio Anselmi” è la sede istituzionale del Parco ma anche il fulcro delle attività di valorizzazione e di fruizione. Ubicato in uno stabilimento vinicolo del XIX secolo, fu aperto al pubblico nel 1986 per conservare ed esporre il relitto della Nave punica, recuperato dall’archeologa inglese Honor Frost (1971-1974) e, al tempo stesso, per raccontare la storia di Lilibeo, a partire dalla fenicia Mozia, attraverso l’esposizione dei più importanti e significativi reperti archeologici provenienti dagli scavi antichi e moderni.
Dall’ingresso principale, prospiciente il Lungomare Boeo, si aprono due ampi saloni: il primo, a destra, è dedicato all’esposizione dei rinvenimenti subacquei, tra i quali spicca il relitto della Nave punica (metà III sec. a.C.), insieme ad una ricca collezione di anfore da trasporto, ceppi di ancora, e al carico dei relitti arabo-normanni (XII secolo d.C.) rinvenuti al largo del Lido Signorino. Il salone a sinistra, preceduto da una saletta con documentazione grafica e fotografica, è dedicato a Lilibeo ed espone, in ordine cronologico e topografico, le testimonianze archeologiche della città e del suo territorio, dalle origini preistoriche fino al periodo medievale.