Catacombe paleocristiane Niccolini – Complesso monumentale S. Maria Della Grotta
La vasta area dei Niccolini e di Santa Maria della Grotta costituisce il nucleo più importante del sistema di latomie e di ingrottati utilizzati come cimitero dalla prima comunità cristiana nel luogo della più antica necropoli di età punica che si estendeva in questo lembo periferico di Lilibeo.
Nel settore N dell’area si trova la chiesa di Santa Maria della Grotta, progettata dall’architetto Giovan Biagio Amico nel 1714, e ricavata all’interno di un sistema di ipogei. Questi furonodapprima scavati con funzione di sepolture in età punica, successivamente sfruttati come cava di pietra in età romana, in una fase di ampliamento edilizio di Lilibeo e poi nuovamente adibiti a cimitero dalla prima comunità cristiana, come testimonia la presenza di arcosoli di notevoli dimensioni.
Nel periodo normanno-svevo gli ingrottati vennero adattati a cenobio dai monaci basiliani e furono decorati con affreschi inseriti entro arcosoli e piccole nicchie utilizzate come altari. Seppure il loro stato di conservazione sia pessimo, essi rivestono un significato assai importante in quanto testimoniano la restaurazione del monachesimo greco promossa dai re normanni e, dal punto di vista artistico, i saldissimi legami con la cultura greco- bizantina.
Poco ad est dell’area di Santa Maria della Grotta, all’interno di una grande latomia, si trova il Complesso dei Niccolini, adiacente alla chiesa della Madonna dell’Itria ed al contiguo ex-Convento dei Padri Agostiniani. In questa grande area, già dalla fine dell’Ottocento, sono noti alcuni complessi sepolcrali di età paleocristiana; questi si presentavano come un insieme di grandi caverne sotterranee, in cui si conservavano resti di diversi ambienti con arcosoli e nicchie a parete.
Indagini archeologiche effettuate nel 1996 dalla Soprintendenza di Trapani hanno evidenziato che lungo il fronte E della latomia erano stati ricavati due complessi di arcosoli con pianta a croce, scavati totalmente nella parete rocciosa; nell’area antistante si trovavano diciassette sarcofagi monolitici, realizzati in calcarenite e ricoperti da uno spesso strato di intonaco bianco. Uno di questi arcosoli (arcosolio G) presentava l’intradosso decorato con simboli cristiani, quali le rose rosse e il doppio monogramma di Cristo, entro riquadri quadrangolari dipinti in rosso. Ma l’elemento più rilevante dell’intera sistema funerario era costituito da un piccolo ambiente che dava accesso a tre arcosoli, decorato con pavimento musivopolicromo raffigurante un kantharos zampillante e scene dipinte sui parapetti delle tombe (scena di caccia, paesaggio fluviale).