L’area archeologica, ubicata nel cuore del centro storico di Marsala, alle spalle della cattedrale, nel 1603 era stata obliterata da un monastero con annessa chiesa, dedicato a San Gerolamo. Segnata pesantemente dal bombardamento aereo dell’11 maggio del 1943 che rase al suolo la chiesa, l’area in anni recenti è stata ripetutamente sottoposta ad indagini archeologiche in occasione dell’ampliamento della Scuola che ha sede nei locali dell’ex convento (1975-76, metà anni ’80), dalla Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Occidentale (allora competente per territorio) e quindi dichiarata di interesse pubblico, ma dopo un iter di esproprio incompleto, è rimasta di proprietà del Comune di Marsala che negli anni 2005-2007 l’ha valorizzata grazie ad un Progetto di riqualificazione ed arredo urbano. Sono emersi nuovi dati molto interessanti sull’impianto urbano di Lilibeo e sulla complessa stratificazione storico-archeologica, dal periodo punico fino alla fase monumentale barocca. Alla fase ellenistico-romana risalgono le strutture in migliore stato di conservazione, sovrapposte ad altre, di impianto punico, riferibili alle prime attività edilizie effettuate all’atto della fondazione della città. Le strutture di epoca ellenistico-romana consistono nel settore N di un isolato, delimitato da una strada in terra battuta, orientata in senso NE/SO (Cardo), e da un Decumano, parallelo a quello Massimo, già individuato presso la Chiesa del Purgatorio. La zona fu parzialmente abbandonata in periodo tardo antico, come testimoniano gli strati di accumulo nel settore meridionale, e poi nuovamente occupata in periodo medievale da case munite di pozzi, impianti per la raccolta e la canalizzazione delle acque pluviali ancora ben visibili. Alla fase moderna di vita risalgono le tracce di un vialetto in terra battuta che delimitava le aiuole del giardino nel portico del monastero seicentesco.